Difficoltà da vicino? Presbiopia?
Dopo il lockdown molti di voi manifestano difficoltà da vicino e in particolare nella lettura, questo a causa di un maggiore numero di ore trascorse davanti ai dispositivi digitali oppure a svolgere attività all’interno della propria abitazione sempre ravvicinate.
Visione offuscata da vicino, scarsa capacità visiva in ambienti poco illuminati o quando si è stanchi, o necessità di allontanamento degli oggetti per vederli chiaramente, mal di testa, affaticamento agli occhi, sono la sintomatologia riferita.
Tra le cause di queste difficoltà vi è la presbiopia che è considerato un errore refrattivo semplice ma fondamentalmente legato all’età, che compromette la capacità di mettere a fuoco oggetti a distanza ravvicinata. Si manifesta quando il cristallino perde parte della sua flessibilità, ovvero quella capacità che gli consente di cambiare forma e mettere a fuoco oggetti collocati a distanze differenti. Il cristallino è una struttura che riflette la luce esterna e la proietta all’interno dell’occhio, sulla retina. Il cristallino modifica la sua forma in maniera da riuscire a mettere a fuoco oggetti rendendo possibile una visione nitida.
Più l’età avanza, più la capacità del cristallino di cambiare forma si deteriora e i muscoli si indeboliscono, rendendo più lenta e difficoltosa la messa a fuoco degli oggetti vicini. Questo fenomeno prende il nome di presbiopia.
Quindi la presbiopia è una naturale conseguenza dell’invecchiamento pertanto tende a peggiorare col passare del tempo.
Spesse volte la correzione della presbiopia avviene in modo “fai da te” acquistando i così detti occhiali premontati.
A parte la bassissima qualità del prodotto, in particolare delle lenti fatte in resine acrilica, sono con una distanza interpupillare standardizzata, pertanto dovrebbero essere utilizzati per emergenza e per un breve utilizzo non certamente per svolgere attività prolungate da vicino.
L’ acquisto “fai da te” non andrebbe assolutamente fatto in quanto prima di indossare un occhiale o modificare la prescrizione è sempre indispensabile effettuare una valutazione da un professionista della visione (ottico, ortottista, oculista).
Pertanto, la valutazione e la scelta di una esatta correzione, avviene effettuando un anamnesi in base allo stile di vita e alle esigenze di attività da vicino e posturali. Effettuando dei test con lo scopo di determinare l’esatto potere delle diottrie delle lenti che permettono il corretto passaggio della luce all’interno dell’occhio, la quale andrà a focalizzarsi sulla retina fornendo una visione più nitida.
L’errore più comune è quello di utilizzare delle lenti con un potere più elevato di quello realmente necessario producendo un effetto ingrandimento, oppure di prescrivere un potere più forte pensando di fare una cortesia ai propri pazienti, pensando di far durare maggiormente nel tempo gli occhiali o le lenti progressive prescritte.
Questi sono 2 errori, molto comuni, che andrebbero assolutamente evitati, in quanto un ipercorrezione produce affaticamento visivo e inoltre distrugge la naturale accomodazione residua rimasta importantissima nella profondità di fuoco e che nel caso di lenti progressive rende l’adattamento di difficoltoso con riduzione dell’ampiezza dei campi di visione e maggiori distorsioni visive.
photo daniel corneschi